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L'ARTE CHE DIVENTA UNA TERAPIA

Aggiornamento: 12 ott 2021

Albert Einstein diceva che “l’arte è l’espressione del pensiero più profondo nel modo più semplice”.


Credo che questa frase racchiuda in sé l’essenza dell’Arteterapia: l’arte che diventa una terapia. L’arte che cura, che guarisce.

Si, perché è possibile guarire le ferite dell’anima attraverso l’uso del colore e delle tecniche artistiche. È possibile accompagnare la persona in un percorso di psicoterapia anche attraverso l’uso di strumenti presi in prestito dalle belle arti.


La psicoterapia consiste nell’accompagnare la persona a prendere coscienza delle proprie emozioni e dare loro voce, spazio. L’aiuta quindi a smettere di reprimere o tacere vissuti profondi e permettere invece una loro liberazione, per arrivare a comprendere l’origine dei conflitti interiori e cominciare così a risolverli.

Ma talvolta esprimere le emozioni con le parole è difficile.

Le emozioni, in particolare quelle celate dietro a traumi, sono difficili da articolare e spesso le parole sembrano incapaci di comunicarne tutto il significato e l’intensità.

Non riuscendo a parlarne, dunque, molti di noi ricacciano indietro tali emozioni, nella vana speranza che pian piano si dissolvano. Ma il risultato è che col tempo queste si manifestano sotto altre forme: depressione, disorientamento, ansia, frustrazione, perdita della speranza.


L’arte, quindi l’Arteterapia, è uno strumento particolarmente benefico nei casi in cui c’è bisogno di esprimere emozioni complesse o troppo intense, poiché permette di delegare ad un’immagine (nel caso del disegno o della pittura) la comunicazione di emozioni profonde senza mettersi in gioco in modo diretto.

Il compito dello psicoterapeuta è quindi quello di facilitare un dialogo immaginario tra la persona e l’opera che ha creato, per permettere la catarsi emotiva.


Catarsi emotiva. È quella che è accaduta sabato 2 Ottobre, a Bari, nella sala Auditorium della Cappella di San Sabino. Insieme a Palma Matarrese e Alessandra Dall’Olmo, fondatrici dell’Associazione AURAMEA, abbiamo organizzato un incontro esperienziale di Arteterapia dal titolo “Ripartire. Il Ben-Essere nelle tue mani”.

L’idea del laboratorio è nata dal desiderio di tornare ad essere protagonisti delle nostre scelte di vita, specie dopo questi due anni di pandemia e di repentini cambiamenti.

“Ripartire” ha significato tante cose: avventurarsi, rinascere, dimenticare, tornare indietro, affidarsi, aprirsi a nuove possibilità, lasciare indietro, fermarsi, ri-crearsi sono solo alcune delle risonanze interiori che hanno condiviso le 25 anime creative che hanno partecipato al laboratorio.

Sono state tre ore di mani impregnate nelle tempere colorate; di fogli bianchi e anonimi che si trasformavano in paesaggi, persone, forme e simboli; di emozioni dirompenti e di risate contagiose; di contatto con la parte più viscerale di ognuno.

In questo spazio a forma di cerchio ci siamo liberati dalle catene dei condizionamenti; abbiamo potuto sperimentare nuove possibilità; abbiamo potuto scoprire nuove prospettive; ci siamo scoperti rinnovati e abbiamo incontrato cammini inimmaginabili.


Dipingere e creare la propria opera d’arte, in un laboratorio di Arteterapia, equivale ad un cammino di crescita interiore. È legato spesso all’urgenza di ri-trovarsi, di tornare ad essere al centro delle proprie vite, di recuperare quelle parti di noi che abbiamo dimenticato o che abbiamo dovuto abbandonare.

Recuperare la dimensione della creatività rappresenta sempre la possibilità di ritrovare il flusso naturale delle cose e di riallacciare un dialogo amorevole con la nostra parte più profonda.

Perché è solo così che possiamo iniziare a rendere la nostra esistenza unica, preziosa e significato.


Dr.ssa Valentina Contento

Psicoterapeuta Arteterapeuta



FOTO DI LIDIA PICCAGLIA

 
 
 

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